Personaggi allo Specchio/ La lezione di dignità di Romieude Villeneuve
Dal nostro Supplemento culturale “Lo Specchio del Basso Jonio”
Umile e di gran valore. Conseguì gloria e fama quando, di ritorno da un pellegrinaggio da Santiago di Compostela, entrò nella Corte di Berengario IV, Conte di Provenza, divenendo suo Gran Ministro e Siniscalco.
Romeo di Villanova (1170 – 1250) conquistò tutti per onestà e capacità di gestire le finanze del Conte. Ma tutta questa fama suscitò l’invidia dei signori provenzali, che lo accusarono ingiustamente di aver rubato. Parole infamanti, che lo indussero a lasciare la corte ed a trascorrere il resto dei suoi giorni in povertà. Un grande gesto di dignità che gli valse il Paradiso dantesco, in quel cielo di Mercurio, nel canto VI, dove riposano le anime di coloro che hanno ricevuto fama e onori terreni.
“(…) e se ‘l mondo sapesse il cor ch’elli ebbe/mendicando sua vita a frusto a frusto,/assai lo loda, e più lo loderebbe”(*), chiosa lo spirito di Giustiniano.
Poco importa se – come alcuni studiosi sostennero – il Romeo dantesco non coincidesse in toto col Romeo storico. Quel che interessa è il messaggio morale: ogni volta che la nostra dignità sarà messa a dura prova, non permettiamo mai a nessuno di poterla barattare né per amore, né per lavoro, né per denaro. Ricordiamoci di Romeo di Villanova e di quanta dignità egli ebbe a mendicare il pane, pezzo a pezzo, dopo aver vissuto i fasti di corte.
Per la cronaca, ai provenzali che lo calunniarono, per invidia, non andò meglio. Furono puniti. Ricordiamoci anche questo:
“ (…) mal cammina/qual si fa danno del ben fare altrui” (**)
(interpretazione di Fallani: "percorre una strada sbagliata chi reputa suo danno l'azione buona degli altri”)
(*) (**) Citazioni tratte da: La Divina Commedia di D. Alighieri, Paradiso, Canto VI.